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Il senso del tatto nei bambini

In più occasioni mi è stato chiesto dalle neo mamme come potevano gestire al meglio il “neo arrivato” nella vita di tutti i giorni.

Rispetto all’esperienza di mamme, nonne, zie, sorelle ed amiche che hanno già vissuto questo magico ruolo di “mamme”, ho ben poco da suggerire, se non molto da imparare. Vero è che, a seguito di studi e approfondimenti, ho messo a punto qualche utile e facile consiglio da aggiungere all’enorme bagaglio familiare che ognuno di noi ha avuto modo di godere e sperimentare.

Le stimolazioni ambientali che il neonato riceve sono di fondamentale importanza per lo sviluppo armonico sia dal punto di vista comportamentale sia dal punto di vista dello sviluppo sensori motorio.

Quando parliamo di stimoli ambientali ci riferiamo a quelli che possono essere percepiti attraverso gli organi di senso di cui:

  • il tatto
  • la vista
  • l’udito
  • il gusto
  • l’olfatto

e aggiungerei anche lo sviluppo motorio che ci permette di esplorare ed arricchire le esperienze sugli organi di senso.

TATTO

LA PELLE: UN MONDO TUTTO DA PERCEPIRE

La pelle rappresenta l’organo di senso più esteso a livello del corpo ed il primo a entrare in contatto con l’ambiente esterno.

Ha diverse caratteristiche e funzioni: una delle più importanti è la presenza di numerosi recettori capaci di riconoscere stimoli provenienti dall’ambiente circostante. Infatti la pelle è in grado di registrare e regolare le differenze di temperatura, i diversi tipi di pressione, lo stiramento della pelle, le sensazioni dolorifiche e le vibrazioni.

Oltre a queste importanti competenze è in grado di difendere il corpo da agenti esterni come i virus ed i batteri, ad esempio è impermeabile all’acqua e, finché non invecchiamo, è un vestito sempre della taglia giusta capace di lasciarsi andare quando ingrassiamo un po’ e di recuperare la giusta elasticità e aderenza quando perdiamo peso, naturalmente in range adeguati.

Tutte queste caratteristiche e funzioni rendono evidente che la pelle ha la possibilità e la necessità di ricevere continui stimoli che gli garantiscono di sviluppare sia il tono sensoriale sia quello motorio.

Diventa necessario fare un accenno a questo fantastico sodalizio tra la sensibilità e la motilità perché è quello che ci permette di afferrare e tenere un oggetto in mano con la giusta pressione e garantendone il giusto utilizzo: si pensi ad una penna, una forchetta o a una chiave.

Per poter garantire la prensione dobbiamo sviluppare parallelamente la forma e la velocità della presa che richiede anche la regolazione della contrazione muscolare e la gestione della pressione.

La capacità di esprimere un “gesto fine”, come il prendere un chicco di riso da un ripiano, è la chiara dimostrazione di una buona collaborazione tra motilità, pressione, coordinazione oculo manuale e sviluppo neuronale.

Insomma un organo che ci offre miliardi di esperienze e ci permette di comunicare con ciò che ci circonda.

Per questo e molteplici altri fattori suggerisco sempre alle mamme di toccare la pelle del bambino in ogni sua parte in diversi modi: sfiorando, accarezzando con diverse pressioni, facendo il solletico, spalmando unguenti o creme lungo il corpo e di giocare con le mani e i piedi appena se ne presenti l’occasione.

Questi piccoli gesti aiuteranno i recettori nel loro sviluppo ed evoluzione al meglio delle loro future funzioni e, non ultimo, creeranno il giusto contatto affettivo con le figure di riferimento.

Per gentile concessione della Dottoressa Daniela Agnese Stucchi