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La violenza lascia una traccia-memoria all’interno del nostro sistema metabolico

Il 25 Novembre è stato scelto come giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Un traguardo importantissimo che suggerisce, ad ognuno di noi, di soffermarci a pensare quanti e quali siano gli atti violenti, evidenti o meno, che si verificano quotidianamente in più contesti sociali.
Le donne sono state messe al centro della questione perché, insieme ai bambini, rappresentano il lato più fragile della società, ma la loro determinazione spesso dice l’esatto contrario.
Quando si parla di violenza non si deve pensare solo alle percosse o ad atti non condivisi dalle parti.
All’interno di questo grande capitolo rientrano più forme, molte delle quali subdole, ma non meno importanti. Tra queste riconosciamo l’abuso di potere o l’eccesso di controllo, il controllo economico finanziario, le umiliazioni o le privazioni sociali.
Anche queste sono forme meno evidenti, ma che lasciano una traccia-memoria all’interno del nostro sistema metabolico tanto da generare un substrato di stress e di fatica sempre presente in noi.
Da più di 30 anni sul territorio nazionale, si sono costituite organizzazioni in grado di ascoltare ed aiutare tutte le persone che desiderino uscire da queste situazioni spiacevoli.
Vero è che la violenza è presente in tutti gli ambienti e colpisce non solo le donne, anche gli uomini, i bambini, gli anziani e non ultimi i disabili.
Che si inizi a parlarne è un ottimo punto di partenza. Infatti, i centri antiviolenza, le associazioni, le organizzazioni e tutte le persone che lavorano con individui esposti a questi maltrattamenti dicono che il modo migliore per combatterli sia parlandone, creando un aiuto solidale tra donne e uomini e diffondendo l’educazione alla non violenza.
L’Advanced Osteopathy Clinic si è messa a disposizione del CADMI (Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate), un’associazione che si occupa di aiutare, sostenere e guidare le donne maltrattate per ridurre gli effetti di tensione, stress che si possono essere creati ed aiutare il sistema funzionale-metabolico a ritrovare la sua resilienza, a ricevere supporto anche dal punto di vista del dolore fisico.
Riscontri scientificamente provati non ce ne sono ancora, se non legati all’apprezzamento del singolo.
Qualunque sia l’esito finale o la possibilità di generare delle evidenze scientifiche, l’obiettivo ultimo è quello di informare anche gli operatori che lavorano direttamente sul corpo a riconoscere, rispettare ed aiutare tutte le persone in difficoltà e, dove sia possibile, indirizzarle verso esperti che sanno come muoversi nel migliore dei modi.
Qualunque volto abbia la violenza lascia una memoria che neanche una carezza riesce a creare, ma quando si riscopre il calore, la dolcezza e l’onestà di una carezza questa guarisce quanto un sorriso.