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osteopatia

Come interviene l’osteopatia

In questo articolo di approfondimento illustriamo in quale ambito l’osteopatia può essere applicata e qual è la differenza con l’approccio allopatico, ossia quello che si basa sull’utilizzo di principi farmacologici o azioni curative contrari a quelli che hanno provocato la malattia e volti a contrastarne i sintomi.

Per comprendere il concetto, immaginiamo una retta che segna il passare del tempo:

retta

Su questa retta introduciamo il momento (X) in cui comparirà il vostro sintomo senza un apparente trauma o un evento indicativo.

Da questo istante inizieranno a funzionare, nel vostro corpo, tutti quei meccanismi fisiologici di adattamento e controllo, che vi daranno la capacità di gestire il cambiamento del metabolismo. Nel caso in cui i vostri sistemi adattativi non fossero efficienti, il vostro sintomo avrà alti e bassi nella frequenza e nell’intensità.

retta x

In questo arco temporale, il vostro sintomo potrà iniziare la sua lenta progressione verso la patologia (Y), nel caso in cui le complesse ed innate capacità autoregolatrici del corpo non fossero sufficientemente adeguate dal punto di vista qualitativo e quantitativo rispetto al problema.

retta y

La comparsa del momento Y segna un passaggio di stato tra il funzionamento dei meccanismi complessi della salute e la comparsa della patologia che non permette più al distretto corporeo interessato dalla sintomatologia di lavorare metabolicamente nell’interezza.

Spieghiamo il concetto con l’ausilio della figura: possiamo sostenere che l’intervallo [X-Y] rappresenterà il periodo in cui l’infiammazione funge da supporto per il cambiamento della fisiologia, allo scopo di rendere efficienti i sistemi. Ciò sarà anche l’origine del vostro dolore.

L’area interessata dalla sintomatologia, in questa fase, non mostrerà alterazioni tali da poter essere visibili dai test e strumenti diagnostici (risonanza magnetica, Tac, analisi del sangue).

Quando, con il progredire del difetto di funzionamento, i processi metabolici non riusciranno a soddisfare le aumentate richieste di ripristino, si manifesterà la patologia. Così la fisiologia del distretto da complessa diventerà lineare, l’interezza della funzione del corpo si frammenterà, la zona sintomatica inizierà ad essere rilevabile con gli esami strumentali e quindi sarà possibile osservare il danno e dare il nome alla malattia.

Con la diagnosi accertata, ci sarà l’indirizzo terapeutico che si applicherà nell’intervallo [Y-Z].

retta xyzRicapitolando:

  1. L’intervallo [X-Y] sarà il periodo in cui si presenta un cambiamento del metabolismo del distretto in relazione all’infiammazione. In questo periodo i meccanismi sono ancora complessi e quindi non visibili nelle alterazioni dei valori omeostatici, ossia della tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità.
  2. [Y] sarà il momento in cui è possibile osservare la patologia. Il lento cambiamento e l’incapacità del sistema corpo di fronteggiare lo stress sono i meccanismi che possono portare al danno o alla perdita della funzione che in questa fase potranno essere osservati con oggettività (diagnostica, analisi del sangue ecc.).
  3. [Z] sarà il momento che coincide con la fine della terapia e si spera porti alla risoluzione parziale o totale della patologia.
  4. L’intervallo [Y-Z] sarà il periodo in cui verrà attuata la strategia terapeutica.

Dove lavora quindi l’osteopatia ?

L’osteopatia lavora in entrambi gli intervalli ma con un’efficacia sicuramente diversa. Lo scopo dell’osteopata sarà ricercare l’alterazione dei tessuti (muscoli, visceri) e delle articolazioni che limitano l’espressività funzionale dei distretti per poi procedere con la strategia terapeutica. Intervenire nello spazio temporale [X-Y] rappresenta un punto di partenza privilegiato, in quanto le capacità palpatorie dell’osteopata sono in grado di rilevare la presenza della disfunzione. In questo modo riusciamo a condurre il paziente in un percorso terapeutico che avrà maggiori possibilità di ridurre velocemente la sintomatologia ed evitare la comparsa di conseguenze più importanti.

D’altro canto, seppur con minore possibilità di risoluzione totale della condizione alterata della persona, l’approccio osteopatico può supportare la terapia allopatica anche nell’intervallo [Y-Z], ovvero dove la patologia è conclamata.

osteopatiaConclusione:

Con questo articolo abbiamo sintetizzato e in qualche passaggio semplificato concetti e situazioni  spesso molto più complesse in cui le particolarità dei casi clinici potrebbero non rispettare quanto detto.

La nostra intenzione e ambizione è solo quella di sensibilizzare i nostri pazienti a comprendere che la salute è un fenomeno dinamico complesso e che l’instaurarsi della malattia, senza la presenza di un fattore scatenante, è un lento processo di cambiamento sostenuto dall’infiammazione.

Proprio in questo lento cambiamento in cui non è ancora presente il “danno” , trova la sua opportunità l’osteopatia , che grazie al tocco diagnostico e al trattamento manuale, potrà elevare e potenziare i meccanismi della salute.

Dott. Marco Corvino